da Re Lear di W. SHAKESPEARE regia LUCA FERRI
con
LUCA FERR – LUCA MARCHIORO
e due attori in via di definizione
produzione ANA’- THEMA TEATRO e TEATRO DELLA CORTE
Una nuova produzione contemporanea è questo Re Lear di Anà-Thema Teatro. Una riscrittura drammaturgica che contamina il testo originale pur restando fedele a Shakespeare nella sua forma più profonda. Un’antica storia di un re e delle sue tre figlie che è diventata una delle storie più potenti della letteratura occidentale. Sia un intimo dramma familiare che un esplosivo commento politico. In questo spettacolo, Ferri esplora con forza devastante le questioni più basilari dell’esistenza umana: amore e dovere; amicizia e tradimento; leadership e lealtà; destino e la schiacciante inevitabilità di una vita prossima alla fine.
Sul palcoscenico un pavimento a scacchi a ricordare i movimenti studiati della corte, un divano come unica scialuppa con il mondo reale dove il protagonista incontra il suo analista, inizia il suo percorso introspettivo e ritorna per rifugiarsi nei momenti di maggior debolezza e paura. Un dialogo tra colui che chiede e colui che racconta diventa il preambolo per approfondire un mondo tanto surreale quanto estremamente vero, dove appaiono i fantasmi dei personaggi della storia.
Sul filo sottile della ragione e della pazzia un paziente psichiatrico racconta nella sua seduta analitica più difficile e dolorosa il suo essere Re Lear…Esprime la sua realtà che appare agli occhi di tutti una lucida finzione ma, che col passare del tempo riesce ad instillare il dubbio della ragione.
Un giovane monarca anziano o solo un uomo che crede di essere un re? Un regno distrutto o solo una famiglia persa per amore? La cecità della sanità mentale e la visione lucida di sciocchi e pazzi … Padri, figli e figlie, intrappolati nella tempesta della vita.
In definitiva, Re Lear, più di ogni altro dramma, consente al suo pubblico di testare i limiti della resistenza di fronte alla mortalità e all’assenza di significato. È stato detto che solo la più grande arte sostiene senza consolare. Non c’è esempio migliore di questo di Re Lear.